IL COMPARTO BANCARIO IN EUROPA

A gentile richiesta di alcuni traders, rispondo con questa mia view sul comparto bancario in Europa mettendo sotto analisi l’indice Stoxx 600 Banks e ad alcuni singoli titoli.
E’ sempre stata mia opinione che l’analisi tecnica, pur avendo un minimo di regole condivise universalmente (uso del pennello, dei colori, conoscenza della prospettiva e tecniche pittoriche), è riconducibile più sotto la categoria “arti” che a quella di “mestieri”.
E un quadro spesso cambia di significato a seconda della prospettiva dalla quale lo si osserva.
Non di rado due analisti possono giungere a conclusioni diverse pur argomentando in maniera logica le loro tesi. Lo stesso può accadere a due magistrati: quello di primo grado può assolvere l’imputato che l’omologo di secondo grado condannerà.
Fatta questa premessa, senza neanche andare a mostrare il trend di lungo periodo che è
notoriamente ribassista, vi invito a concentrare la vostra attenzione sul tm giornaliero dell’ultimo periodo di contrattazioni compreso tra il 16 marzo e il 24 aprile.

Preliminarmente, da un punto di vista ciclico, credo si possa dire che sia partita una nuova stagione con scarsissima forza.
Quello che i miei occhi riescono a vedere è la formazione di un triangolo discendente ove il prezzo ha provato a forzarne la base inferiore già 6 volte ottenendo solo una decrescita dei massimi. E questa è una seconda evidenza. La rottura del supporto così creato, che incorpora il minimo assoluto in area 79, ci catapulterebbe in territori assolutamente inesplorati. Ma più che azzardare un target, operazione prematura, è necessario stimare le probabilità del breakdown,tenendo ben presente che mani importanti, come spiegheremo in fine, potrebbero ancheintervenire per evitare un ulteriore avvitamento della quotazioni.
Avvitamento che avrebbe conseguenze molto negative sulla totalità dei listini azionari europei.
Ben ha fatto, tra gli altri, l’amico e collega Stefano Mercurio a segnalarmi la delicatezza della questione.
Sulla prima figura ho tracciato un Rsi a 14 periodi che disegna un probabile bearish wedge.

Il perfezionamento di questo pattern si avrebbe solo con la perforazione del lato inferiore che determinerebbe, verosimilmente, anche il breakdown del prezzo.
La seconda figura mostra il prezzo in accoppiata al Roc (Rate of Change) che abbozza un altro tipico pattern ribassista, il testa e spalle. Anche qui non v’è stata ancora rottura della neckline.

La terza figura mostra il grafico del prezzo e quello dello stocastico ma su tm H4.
L’oscillatore pare non abbia lo smalto sufficiente per portarsi in area di ipercomprato, come invece aveva fatto nelle due precedenti occasioni.

Per concludere questo ragionamento, possiamo dire di non avere raggiunto la piena prova che vi sarà rottura del supporto situato a 79 €, ma sono certamente rinvenibili molteplici indizi che lo lascerebbero supporre.
Torneremo pertanto sull’ argomento nel caso in cui ciò avvenga per fornire una indicazione di target del movimento correttivo.
Nel frattempo diamo un’occhiata anche alle maggiori banche europee per verificare se,
singolarmente e congiuntamente considerate, siano in grado di apportare nuove e diverse considerazioni alle riflessioni già fatte.
Partiamo da Intesa Sanpaolo.

Anche qui possiamo rinvenire lo stesso triangolo discendente che abbiamo identificato
sull’indice principale. Lo stocastico nuota sotto il livello di 20 mentre il Roc a 12 periodi ha tagliato la zero line. Indizi anche questi ampiamente negativi.
Sotto il prezzo di 1,30 € si avrebbe il breakdown che ci vedrebbe in ogni caso attendere il retest del livello.

Il grafico del Banco Santander (Spagna) può tranquillamente essere sovrapposto a quello di Intesa. Valgono pertanto le medesime considerazioni.

Per Societé Generale (Francia) vale quanto detto sopra.

Commerzbank (Germania) ha segnato in data 13 marzo il minimo assoluto a 2,812 €; livello che non è più stato retestato. E’ presente anche qui una figura triangolare ma con angolo più stretto di 90°.

Gli indicatori si muovono come quelli che abbiamo osservato in precedenza.

Deutsche Bank (Germania) ha segnato il minimo assoluto a 4,52 € il 16 marzo. Di lì il prezzo si è riportato in zona 5,50-6,50 € disegnando dal 25 marzo a oggi sempre un triangolo discendente.
Gli indicatori tuttavia non hanno raggiunto ancora quella conformazione marcatamente negativa che abbiamo riscontrato negli altri titoli.

CONCLUSIONI
Il comparto bancario europeo non mostra un bel vedere. Ad una intonazione di fondo
largamente ribassista si accoppia la presenza di configurazioni ulteriormente correttive.
Se dovessero intervenire le rotture sopra descritte, la situazione si farebbe delicata tale da attivare, probabilmente, un intervento di sostegno governativo e/o un intervento della Bce.
Tanto varrebbe che la nostra banca centrale intervenisse preventivamente.
Ecco spiegata la prudenza con cui approcciamo questa analisi.
Variazioni nella politica monetaria dell’eurozona – in questo momento possibili se non
auspicabili – sono in grado di modificare repentinamente il quadro che stiamo valutando
Per chi voglia tradare al ribasso l’eventuale breakdown, consigliamo di entrare a mercato (ove le legislazioni nazionali lo consentano) solo in caso di retest del livello di rottura.
Attenzione alle mani forti e cattive…

Dottor Massimo Moschella